Dal 23 maggio 1992 al 23 maggio 2018: la ferita di Palermo è ancora aperta. E la città si ferma per ricordare il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Palermo non dimentica. Un boato, in quel 23 maggio ’92 alle 17.58, fece tremare l’autostrada, ma anche la città intera, segnando però anche un punto di non ritorno nella lotta alla mafia. Da allora il 23 maggio è il giorno del ricordo, delle celebrazioni, delle iniziative per far si che la memoria e gli insegnamenti dei due giudici e, con loro, di tutte le vittime della mafia restino vivi. Come è stato il 23 Maggio.
In rappresentativa dell’IPSSEOA “Karol Wojtyla “ di Catania gli alunni delle classi IV O EN e IV OAT ,accompagnati dalle professoresse Michela Mascali e Graziella Guerrera. Gli alunni avevano seguito un corso sulla legalità, approfondito le figure di Falcone, Borsellino e dei loro “Angeli”
In mattinata tutti in piazza Magione, luogo simbolo all’interno della Kalsa , quartiere arabo della città, ci giocavano a pallone Giovanni e Paolo, oggi centinaia , migliaia di ragazzi ,sono riuniti ad ascoltare musica, partecipare a laboratori creativi, ricordare insieme chi ha dato la vita per insegnarci che un mondo giusto ci può essere se tutti lo vogliamo. E noi siamo stati lì con ragazzi di tutte le età, di qualunque provenienza ,tutti insieme come se ci conoscessimo da sempre…
In piazza c’era pure la nostra rappresentativa di atleti paraolimpici ,capitanati dalla prof Mariagrazia Fiamingo, pronti per la finale nazionale di atletica leggera : una festa per tutti e anche loro hanno preso parte a tutte le manifestazioni.
E mente eravamo li abbiamo visitato la chiesa della Magione e quello dello Spasimo: che meraviglia!
Vari i posti della manifestazione, due i cortei che sono partiti uno dall’aula bunker dove si sono tenuti i maxi processi ,l’altro dall’altro capo della città.
Il nostro gruppo si è mosso da via D’Amelio, dove il 19 luglio del 1992 sono stati uccisi Paolo Borsellino e gli agenti della scorta. In testa al serpentone partito da via D’Amelio lo striscione “Insieme per non dimenticare” e, subito dietro, centinaia di studenti, scout, cittadini, circondati da palloncini con i colori del tricolore, bandiere di Libera, magliette e decine di striscioni variopinti realizzati dagli studenti delle scuole. Al grido di “Fuori la mafia dallo Stato” e “Giovanni e Paolo”, il corteo è preceduto dalla Bibliolapa del Centro studi Paolo Borsellino. Rita, la sorella del giudice, stavolta ha assistito alla partenza dal balcone della casa in via D’Amelio. L’emozione nostra ,come insegnanti, e dei ragazzi è stata fortissima. Poco prima avevamo lasciato il cappellino con il logo e il nome della scuola ,appeso all’albero di via Damelio. Un ricordo, un simbolo del nostro esserci stati. E poi l’essere parte di un Tutto, sentirsi vivi e forti tra giovani che dicono No alle Mafie ,tra applausi canti ,slogan e suoni di tamburi finchè i due cortei si sono incontrati sotto l’Albero Falcone, in vi Notarbartolo, per il minuto silenzio, alle 17.58, l’ora esatta della strage di Capaci
Partecipare al lungo corteo , osservare giovani, anziani , bambini alle finestre ed ai balconi a sventolare lenzuola bianche insieme alle bandiere tricolore ,applaudire tutti insieme al passaggio del lungo e colorato corteo è stata un’emozione da brivido. “ Ci vogliamo tornare “ affermano i ragazzi “e organizzeremo qualcosa di più per il prossimo anno.. e poi vogliamo conoscere Palermo …” .
Una giornata lunga, stancante ma ricca di eventi che sicuramente hanno lasciato un segno indelebile in tutti i partecipanti.